Esempi attuali

ESEMPI ATTUALI

Don Domenico Mercante e il soldato trentino Dallasega: esempi di pace

Il 27 aprile 1945, l’allora parroco di Giazza don Domenico Mercante, trovò la morte proprio vicino al cimitero del paese che aveva il compito di custodire. 

La Seconda Guerra Mondiale era ormai finita. I soldati tedeschi si stavano ritirando e un gruppo di questi soldati, una compagnia di circa 100 uomini, era in marcia verso Giazza, diretta ancora più a Nord, verso il Trentino. Nelle aree verdi attorno al paese però, era attiva anche una truppa partigiana, di cui i tedeschi non erano a conoscenza. Il rischio era che Giazza diventasse teatro di guerriglia, con possibili vittime civili. Per questo don Mercante decise di incontrare il rappresentante dei partigiani e il capo della compagnia tedesca. L’offerta era che i tedeschi sarebbero passati indenni per Giazza, a patto di non infastidire la popolazione civile.

 I soldati tedeschi usarono il curato come scudo per non farsi attaccare dai partigiani, i quali però, vicino al cimitero, chiesero ai tedeschi di deporre le armi. La risposta fu una raffica di mitra, a cui i partigiani risposero dai loro nascondigli ben riparati nel verde. L’unica vittima fu il comandante partigiano, ma a quel punto i tedeschi pensarono che anche il prete fosse dalla parte dei partigiani e così decisero di giustiziarlo.

Durante l’esecuzione, un soldato sudtirolese della compagnia tedesca, Leonhard Dallasega, rifiuta di eseguire gli ordini. Per lui, don Domenico Mercante non ha colpe, è un innocente, e ucciderlo sarebbe un omicidio. Una scelta che gli costò la vita. Furono fucilati entrambi, ingiusta punizione per due innocenti.

In questi due eroi la giustizia e la pace si sono congiunte in un doppio sacrificio personale grazie alla  fede che dà senso alla loro morte: dare la vita per l’altro, anche a costo della propria.

Nel corso della sua visita a Verona di quest’anno Papa Francesco ha incontrato le nipoti di don Domenico Mercante ed ha ricordato anche il soldato Dallasega , sottolineando che la pace si raggiunge lavorando come costruttori di pace. “La pace è artigianale. La costruiamo noi, non solo i potenti coi trattati. La costruiamo nelle case, in famiglia, nei luoghi di lavoro, nei quartieri, per strada”.

 La costruisce l’esempio di personaggi come don Domenico Mercante e del soldato Dallasega, entrambi brutalmente assassinati ma testimoni di come l’amore sconfigga ogni violenza e morte. Il corpo del sacerdote fu riportato in parrocchia dopo pochi giorni dall’accaduto; quello di Dallasega fu ritrovato con un crocifisso, un rosario e la foto della moglie in mano. Solo dopo molti anni fu riconosciuto e rimase senza nome. “Forse- aggiunge il Papa-noi non saremo costretti a versare il sangue per professare la fede, ma è nelle piccole cose che siamo chiamati a testimoniare la forza pacifica della croce di Cristo e la vita nuova che nasce da essa: un gesto di perdono verso chi ci ha offeso, sopportare una maldicenza ingiusta, aiutare qualcuno messo ai margini”.