La storia

NOTIZIE STORICHE

La chiesa di Lozzo, come quella di Lorenzago, era considerata fino al 1390 una cappella della pievanale di Vigo, da coprire ogni triennio od ogni anno per elezione della popolazione, Nel 1538, essendo di molto accresciuta la popolazione dei due luoghi (439 anime Lozzo, 414 Lorenzago) e rendendosi indispensabile una più diligente assistenza religiosa, i paesi riuscirono ad accordarsi sulle funzioni che il comune Curato avrebbe dovuto celebrare nelle rispettive chiese in determinati giorni dell’anno. Nel 1583 fu poi convenuto che un Cappellano comune risiedesse a Lozzo e che Curato e Cappellano prestassero servizio in tutte e due i paesi. Soltanto nel 1666 la separazione fra le chiese fu completa con il riconoscimento a ciascun luogo del titolo di parrocchia di nomina popolare.

La ex chiesa parrocchiale era dedicata a San Lorenzo martire e già nel 1226, esisteva come cappella della pieve di Vigo, con dimensioni assai modeste probabilmente in località Prou. Subì varie ricostruzioni a causa di eventi bellici o di incendi; nel 1867, dopo un devastante incendio che distrusse gran parte del paese, fu ricostruita con l’odierna struttura. L’attuale campanile a torre risale al 1882.

La storia del santuario della Madonna di Loreto comincia con una “leggenda”:
<C’era una volta un girovago venditor di immagini di Madonne il quale, lasciatosi trovare una sera brutta e scura in quella malvagia strada, fe’ voto, se scampasse pericolo, di appender per devozione a un albero un’immagine di quelle tante Madonne che seco portava.

Il pericolo naturalmente è scampato, e giunto in salvo, trae a sorte fuor del mazzo un’immagine qualunque e ne esce quella della Madonna di Loreto; ma egli non volle saperne di quella Madonna (vallo, poi a vedere il perché), la rimette e torna alla sorte; esce per la seconda volta quella di Loreto; trae una terza, e sempre quella. Egli capisce che é la Madonna di Loreto quella che vuol farsi attaccare ad un albero, e ve la attacca. Da un immagine poi si viene ad un capitello e dal capitello alla chiesa che presentemente si vede >. (così racconta Ronzon)

Nel 1620 nella borgata di Prou venne costruito un tempietto in onore di San Rocco (santo intercessore contro la peste). Distrutto dall’incendio del 1847 al suo posto venne costruita dieci anni dopo, su disegno dell’architetto bellunese Giuseppe Segusini, la chiesa attuale.
Sulla facciata si legge la seguente iscrizione:

D (Deo) O (Optimo) M (Maximo)
E (Et) S (Sancto) R (Rocho) H (Hoc)
T (Templum) D (Dicatum)
MDCCCLVII