Testimonianza GMG di Lisbona
Il desiderio di partecipare alla GMG di Lisbona è nato spontaneamente dopo aver ascoltato le esperienze di alcuni amici che avevano vissuto l’evento a Cracovia nel 2016. Le loro storie raccontavano di un’esperienza che aveva cambiato profondamente la loro vita e il loro modo di vedere la fede, e questo mi ha spinta ad unirmi a un gruppo da Milano e a partire insieme per Lisbona.
Fin dai primi momenti condivisi con il gruppo, ho avvertito che quello che stavo vivendo era davvero unico. Ognuno di noi portava con sé la propria storia e le proprie domande, ma eravamo tutti a Lisbona per la stessa ragione. Tra le piazze vivaci e piene di giovani, ho capito che le nostre domande e le nostre ricerche non erano poi così diverse, e in quel momento ho davvero sentito di far parte di qualcosa di straordinario.
I volti, i sorrisi, le sfide condivise e i piccoli gesti di gentilezza rimarranno incisi nella mia memoria per sempre. Ma ciò che mi ha colpito di più sono state le parole di Papa Francesco, che ho percepito come estremamente attuali.
Viviamo in un mondo che spesso enfatizza la perfezione e rende difficile mostrare i nostri difetti e le nostre fragilità. Papa Francesco, tuttavia, ci ricorda una saggezza di montagna: “Nell’arte di scalare una montagna, ciò che conta non è evitare le cadute, ma non restare giù dopo una caduta.”
Dobbiamo riconoscere che sbagliare è umano e inevitabile, ma ciò che conta è come reagiamo, come ci rialziamo e come cerchiamo sempre di dare il massimo di noi stessi. Questi pensieri mi hanno fatto capire che la Chiesa, spesso percepita come distante dai giovani, è in realtà un luogo in cui ognuno può essere sé stesso senza paura di mostrare le proprie imperfezioni.
Giulia